Ultimo – Solo: recensione album

Dopo due anni di assenza Ultimo torna con l’album Solo, il primo autoprodotto dalla sua etichetta Ultimo Records. Ecco la recensione.

Al primo ascolto pensi subito che Solo sarà uno di quegli album che ti porterai dietro a lungo. Quello che ti gira in mente è: Ultimo sa fare delle parole e della voce ciò che vuole.

Il disco è pura introspezione. Cupo, triste, sofferente. Mai banale. Potrebbe risultare troppo ‘buio’, ma l’oscurità non pesa. Anzi, dá luce.

‘Io sono le mie canzoni’. Lo ripete più volte, Ultimo, quando descrive il suo ultimo lavoro. E’ solo. E’ triste. Soffre. Non fa niente per nasconderlo. Non vuole che si faccia niente per nasconderlo. E’ il suo obiettivo: togliere il tabù da tutto ciò che riguarda la salute mentale di una persona.

Riesce nel suo intento. In ogni pezzo che ci presenta si può rivedere una parte di noi, provata da questa pandemia che ha scombussolato le nostre vite e le nostre anime. Provata anche dalla quotidianità, dai sogni non realizzati, da amori che ti lasciano il cuore appeso. In ogni pezzo ci presenta la vita.

Sebbene si abbia, talvolta, la sensazione tipica di chi ascolta Ultimo di ‘aver già sentito quello che si sta ascoltando’, raramente questo risulta essere un limite nell’andare poi avanti con le canzoni.

Dopo un primo giro di note, i brani che più rimangono impressi sono Il bambino che contava le stelle, Sul finale, Solo, Quel filo che ci unisce, Supereroi, 2:43 am. Senza dimenticare, peraltro, che da questo elenco sono stati esclusi i singoli già noti prima dell’uscita dell’album. Si parla di brani come Niente, Buongiorno vita, 22 settembre, 7+3, Tutto questo sei tu. Forse non i pezzi più belli del disco, ma nemmeno da saltare. Anzi.

Quei ragazzi e Non amo sono forse i due brani più ‘umani’, quelli che sì, ‘non sono male’. Ma stonano un pò con il contesto in cui sono inseriti. Dove il livello è decisamente più alto.

I pezzi che completano l’album sono Spari sul petto, Isolamento, La finestra di Greta. Come descriverli? ‘Io non ho mai respirato per rimanere vivo, tant’è che ho detto a te “respira dal mio respiro”‘: con questa frase della prime delle tre canzoni citate. Anche qui il livello è molto alto. Anche qui Ultimo sa far riflettere, commuovere. Empatizza con l’altro, pur non sapendo nulla di lui.

Si è fatto aspettare, Niccolò Moriconi (vero nome di Ultimo), ma forse è stato un bene. Quella che ci ha regalato è una piccola perla. Dalle molteplici sfumature. Con sottili differenze nei vari tratti della sua sfera. Ma pur sempre una perla.

Da conservare. Proteggere. Ammirare ogni qualvolta se ne senta il bisogno.

LA canzone dell’album? Questa:

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3 risposte a "Ultimo – Solo: recensione album"

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