Marco Masini – Spostato di un secondo (2017): recensione album

Spostato di un secondo (2017)

Dopo numerosissimi ascolti e dopo aver assimilato bene l’album, provo a scrivere una mia recensione su Spostato di un secondo.

Album per quanto riguarda in gran parte deludente e lontano dello stile del Masini che io amo, ma che contiene brani che trovo di livello molto alto (due in particolare) e che mi prendono moltissimo.

Certi pezzi mi spiazzano e mi chiedo come Masini possa aver fatto canzoni del genere, altri invece mi fanno dire “Eccolo il Masini di sempre che sa fare ancora canzoni di livello!”

E’ un album molto variegato, diciamo che per una canzone che mi spiazza in negativo, ce n’è una che mi sorprende in positivo.

L’impronta elettro-pop si sente, per fortuna non in tutte le canzoni, ma c’è.

I brani più “parlati” sono quelli che mi piacciono meno (incluso quello Sanremese che è risaputo non essermi piaciuto più di tanto), così come quelli caratterizzati da sonorità elettroniche miste alla dance.

Al di là di una mia preferenza personale verso le canzoni più melodiche, trovo veramente poco credibile questo Masini che propone qualcosa di così lontano dal suo genere abituale.

Sperimentare va sempre bene, ma ci deve essere un limite, altrimenti tutti possono fare tutto, e non deve essere assolutamente così.

Soprattutto per lo spessore della musica di Masini.

I testi in generale sono di buon livello, finalmente siamo tornati a qualcosa di più ricercato e meno scontato (anche se non ai livelli del passato), questo mi fa molto piacere.

C’è un dislivello pazzesco tra una canzone e l’altra, ma è importante arrivare in fondo all’album per trovare quelle più notevoli.

La canzone che più mi ha colpito dal’inizio è stata Tu non esisti, ma poi ascoltandola con un orecchio attento e critico, e lasciando da parte l’impatto emotivo, si evince che seppur una bellissima canzone, non è un capolavoro e c’è una canzone di livello nettamente superiore che è All’altro capo di un filo, brano molto più completo.

A livello generale, alcune canzoni mi piacciono moltissimo nelle strofe (ad esempio La massima espressione d’amore e Guardiamoci negli occhi) ma cadono nel banale nei ritornelli, quindi il mio giudizio resta un po’ lì a metà, si poteva fare di meglio.

Canzoni adatte ad essere singoli, ce ne sono diverse secondo me.

Riguardo i nuovi autori, ammetto di essere abbastanza delusa da Zibba, mi aspettavo canzoni di altro livello essendo lui un bravo autore (e cantautore); alla fine le canzoni che mi piacciono di più sono ancora quelle scritte con Iammarino.

Camba e Coro avevano fatto di meglio in Che giorno è a mio parere, però La massima espressione d’amore devo dire che mi piace abbastanza, molto meno Ma quale felicità.

Ad oggi la canzone che ascolto più volentieri di tutte è Qualcosa che cercavi altrove, un ottimo mix di musica e parole, anche se non è la mia preferita dell’album, semplicemente quella che ascolto maggiormente.

Andiamo ad analizzare canzone per canzone (non darò nessun voto)

1) MA QUALE FELICITA’

Inizio spaventoso per quanto mi riguarda, forse più per la musica che per il testo.

Interpretazione parlata in maniera molto schematica nelle strofe, sembra quasi che stia leggendo piuttosto che cantando con il cuore, sonorità elettro-pop moderne che poco si sposano con lo stile e la voce di Masini e tra l’altro spesso la musica sovrasta.

Testo senza infamia e senza lode, Camba e Coro sanno fare di meglio con le parole e l’hanno dimostrato.

Utilizzo della voce OTTIMO nell’inciso (se così si può definire, dato che è composto da solo 3 parole!), estensione voce notevole e sorprendente, peccato sprecata su un pezzo così mediocre.

Apertura si forte, ma non adatta ad un album di Masini.

2) NEL TEMPO IN CUI SONO TENUTO A RESTARE

Pezzo scritto con Zibba, deludentissimo!!! La peggiore canzone dell’album, clamorosa una presenza di questo tipo.

Ancora rap/parlato da cui non traspare alcun tipo di emozione, un testo apparentemente senza un senso preciso, frasi messe a caso e scollegate fra loro, incomprensibili!

Musica spiazzante e non in senso positivo, troppo veloce (anche se ciò è sicuramente voluto per impostazione del pezzo)

Dove è finito il Masini che mi emozionava? Questo Maso da discoteca non mi va giù, non riesco proprio a sentirlo cantare in questo modo, imbarazzante. In una sola parola: tamarro!

Delusione totale

3) SPOSTATO DI UN SECONDO

Canzone che continua a non convincermi, ma almeno non siamo sul livello delle prime due.

Il giudizio con il tempo è senz’altro migliorato e la canzone riesco ad ascoltarla.

Il ritornello mi piace tantissimo, pieno stile Masini, ottimo uso della voce.

Le strofe, lo dico fin dal primo ascolto: non riescono a piacermi!

Il testo è buonissimo e questo lo dico ancora da prima di aver ascoltato la canzone.

Non mi piace come si sviluppa il pezzo, anche qui abbiamo un parlato molto freddo, che non convince.

Non ci vedo un trasporto emotivo, sembra che stia recitando, un po’ come nella prima traccia (con la differenza che almeno qui dice cose belle!)

L’esplosione nell’inciso poi mi piace e mi emoziona, niente da dire.

Penso comunque che sia il pezzo migliore che Zibba abbia scritto con Masini per questo album.

Sicuramente una scelta sbagliata portare a Sanremo questo brano, non è stato apprezzato, non è di impatto, non è immediato.

La versione in studio decisamente migliore rispetto a quella live, almeno rispetto a Sanremo (a Radio Italia live già meglio)

Non dimenticherò mai quanto ero rimasta pietrificata alla prima esibizione a Sanremo.

Il pezzo comunque supera la sufficienza.

4) TU NON ESISTI

Poi improvvisamente ritorna lui, MARCO MASINI. Eccolo, ora lo riconosco.

Spesso parto da qui ad ascoltare l’album. Questo è il vero Masini, quello che tutti riconoscerebbero dal primo ascolto.

Alla fine ritorno sul sicuro con Iammarino, che forse non scrive capolavori, né tantomeno mi fa impazzire, ma difficilmente una canzone sua non mi piace per niente.

Tu non esisti era destinata ad essere la mia preferita dell’album, facile immedesimarsi un po’ per tutti, livello emotivo altissimo, testo abbastanza semplice ma d’effetto, al primo ascolto ho pianto.

Poi ascoltandola con maturità ho capito che è una canzone sì molto bella, ma oggettivamente non un capolavoro.

Sicuramente tra le mie tre preferite dell’album, direi seconda solo a All’altro capo di un filo.

Impossibile non notare l’evidente somiglianza con L’amore esiste di Francesca Michielin, il ritornello è praticamente identico.

Il difetto di questa canzone è che risulta essere un po’ cupa nelle strofe, certamente è un’interpretazione voluta così, l’assenza di acuti non è un caso, però mi manca.

Così come manca l’esplosione, però resta un gran pezzo.

5) INVECE DI SCRIVERTI UNA CANZONE

Riscendiamo di livello, anche qui Zibba non è riuscito a sorprendermi.

Canzone che rimane abbastanza anonima, non mi piace particolarmente nemmeno il testo e la canzone in sé non mi emoziona per niente, trovo Marco freddo per come la canta e alcuni pezzi sono proprio banali.

6) LA MASSIMA ESPRESSIONE D’AMORE

Qui torniamo a risalire un po’ di livello e trovo un pezzo di qualità media, devo dire che nel complesso mi piace.

Strofe ottime, inciso molto meno, lo trovo decisamente banale.

Camba e Coro comunque approvati qui, sicuramente sono parole semplici, ma non dispiacciono e non c’è paragone con il brano di apertura dell’album.

7) GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI

Questo è un pezzo che ho leggermente rivalutato, anche se non mi convince granchè.

Il testo devo dire che mi piace, ma come accade per La massima espressione, con l’inciso il livello si abbassa di parecchio. Peccato.

Da segnalare il notevole il crescendo e l’acuto.

Musicalmente è tosta, la trovo adatta come potenziale singolo.

8) ALL’ALTRO CAPO DI UN FILO

La vera perla dell’album, ed è firmata Iammarino.

Direi una delle migliori canzoni di Masini degli ultimi anni, senza dubbio, la potrei accostare al Buffone per qualità e trasporto emotivo.

Bel crescendo, emozione autentica.

Una perla indiscussa senza dubbio, nonché la mia preferita dell’album.

9) QUALCOSA CHE CERCAVI ALTROVE

Questa è la canzone che sto letteralmente consumando, che ascolto a ripetizione e che non mi stanca mai.

Trovo che non sia un pezzo di elevata bellezza, ma ha qualcosa che mi colpisce e che me lo fa preferire a tante altre canzoni.

La trovo piacevolissima all’ascolto, ottima melodia e buonissimo testo.

Un mix di testo e musica davvero coinvolgente, che trascina; non è al livello di altre canzoni oggettivamente superiori, ma ha il suo perché e spero tanto di sentirla dal vivo.

10 ) LA VITA COMINCIA

Altro buon pezzo che però non finisce di sorprendermi, forse è una canzone un po’ piattina, non decolla, e come per le altre è il ritornello a non ipnotizzarmi, piuttosto che le strofe.

Qualcuno l’ha definito perla, ma io non ci trovo nulla che mi faccia pensare ad una perla.

Senz’altro bello e significativo il messaggio che lascia, un invito che tutti dovremmo tenere presente.

11) UNA LETTERA A CHI SARO’

Mi è piaciuta moltissimo all’inizio, ora l’ascolto molto meno, forse per via della musica poco coinvolgente.

Gran testo, molto introspettivo, che mi fa accostare la canzone a Marco come me, come idea.

Il fatto che sia “piatta” musicalmente non è una lacuna, ma una cosa chiaramente voluta, per dare maggiore evidenza alle parole.

Canzone davvero profonda, intima, suggestiva, struggente, a tratti anche commovente se vuoi, dove Marco si mette a nudo.

Per me, dando un giudizio obiettivo è tra le migliori dell’album.

Ecco, Masini lo riconosco in questo genere di canzoni, chiaramente questa è la meno orecchiabile di tutte, ma meglio così che tracce come le prime due dove non si salvano nè musica nè testo e Marco risulta davvero poco credibile.

12) SIGNOR TENENTE

L’interpretazione a Sanremo mi aveva abbagliata, lì si che mi ero emozionata!

Al contrario di Spostato di un secondo (meglio nel disco), questa ha reso molto di più dal vivo, mentre in studio è rifatta in una versione troppo dance.

L’interpretazione rimane ottima, anzi eccellente.

Il modo di cantare di Marco, riesce a dare maggior risalto a delle parole così importanti. E’ veramente travolgente; peccato per la musica elettro-dance che un po’ svalorizza il pezzo.

In sostanza, per quanto mi riguarda: sperimentazioni bocciate, in quanto troppo lontane dal mondo di Masini. Non lo trovo credibile, troppo forzato ed innaturale (e quando canta si sente)

Masini “classico”, (seppur non più del livello di un tempo), invece è sempre una garanzia, poi chiaro che si preferisce una canzone piuttosto che un’altra.

Anche le canzoni che mi piacciono meno, hanno comunque spunti validi a livello testuale.

Alcune canzoni alzano di molto il livello dell’album e altre invece lo abbassano in maniera evidente!

Mettendo da parte i miei gusti personali, riconosco che è un album ben fatto e completo, su questo non si discute.

Trovo anche che sia nettamente sopra la media di album in circolazione attualmente.

E’ un parere abbastanza definitivo, ho aspettato apposta tanto tempo per fare questa recensione, non credo possa cambiare ulteriormente il mio giudizio su questo album.

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