Ci sono alcuni artisti che non reputi eccezionali, eppure non riesci a trovare una sola cosa che non ti piaccia di loro. Luca Dirisio è uno di questi. Non penso sia un artista straordinario, non penso abbia mai fatto capolavori (uno forse si?!) , non penso abbia una gran voce o che scriva testi assurdi o tantomeno che sia un cantante dall’enorme successo. Eppure bene o male nel corso degli anni l’ho sempre ascoltato volentieri e le sue canzoni devo dire che mi piacciono tutte.
Assistere al suo live al Memo di Milano è stato molto piacevole. Il Memo Restaurant è uno dei pochi locali che ospita quei cantanti che faticano a fare concerti in giro per l’Italia e offre quindi l’occasione di vedere coloro che rimangono purtroppo un po’ insabbiati ed esclusi. Location intima e suggestiva, poche presenze e tutte molto attente alla sua musica.
Concerto iniziato intorno alle 22:20, Dirisio si esibisce in chiave acustica accompagnato da tre musicisti (più il gobbista!)
Lui non suona nessuno strumento e canta gran parte delle canzoni seduto (cosa non facile).
La scaletta mi ha fatto storcere un po’ il naso, perché di canzoni note ne ha fatte parecchie agli inizi degli anni ’00, eppure in gran parte sono mancate. A parte il tormentone “Calma e sangue freddo” e la meravigliosa “Sparirò”, ci sono state grandi assenti come Il mio amico vende il tè, Usami, Per le mie mani, Per sempre, La ricetta del campione, Se provi a volare, Magica. Tutte canzoni con cui ha riscosso un buonissimo successo e che non possono mancare in scaletta a mio parere. Sicuramente ci saranno delle ragioni precise per cui sono state escluse, però mi è dispiaciuto moltissimo non poterle sentire live. Se devo fare un paragone con un grande della musica italiana, mi viene in mente Raf; non perché io trovi somiglianze oggettive a livello musicale fra i due, ma piuttosto perché entrambi hanno poca voce, ma riescono comunque ad arrivare dritti ed emozionare, nonostante magari esecuzioni vocali non perfette. Unico aspetto che mi è piaciuto meno, è stato forse il lato dell’espressività; sembra che faccia un po’ fatica a cantare alcuni pezzi, forse nelle note più alte, e ciò lo porta ed avere un’espressività sul viso non ottimale in tutte le canzoni. Il picco dell’emozione per me è stato senza dubbio sulle note dell’incantevole “Sparirò”, davvero una meraviglia di canzone che non può lasciare indifferente chiunque si trovi in una situazione sentimentale particolare.
Dirisio dimostra di essere molto umile, sensibile e attento anche alle questioni sociali, accenna infatti tematiche come la violenza (in ogni sua forma, non solo quella fisica) e il razzismo. Sottolinea inoltre l’importanza del viaggio, che reputa particolarmente utile per trovare noi stessi e capire cosa vogliamo davvero e consiglia di non farsi mai sottomettere, in nessun ambito, di non arrabbiarsi mai nella vita. Un buon incentivo a vivere la vita con più spensieratezza e leggerezza insomma. Accenna anche all’importanza di vivere la musica ancora come la si viveva un tempo, acquistando cd a caso nei negozi e non fossilizzandosi solo su quello che ci propongono la radio e i talent. L’ho trovato molto affettuoso e riconoscente nei confronti del suo pubblico, tanto da permettere ad un ragazzo presente nel locale di cantare (su richiesta) metà di una sua canzone; anche sul finale lascia il microfono ai fans che si divertono cantando il tormentone Calma e sangue freddo.

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