La prima vera data ufficiale per me di questo “Il secondo cuore Tour”
Un’anteprima delle nuove canzoni l’avevo sentita alla registrazione di Radio Italia Live, però vedere un concerto intero è un’altra cosa, ha proprio un “sapore” diverso.
Il concerto di è svolto all’Auditorium Santa Chiara di Trento, teatro elegante e moderno allo stesso tempo.
Molti purtroppo i posti vuoti, soprattutto quelli vicini al palco, tanto da vedere posti liberi addirittura nelle prime file.
Il settore dietro invece era abbastanza piena.
Pubblico non particolarmente caloroso, soprattutto nella prima metà dello spettacolo; l’atmosfera per fortuna è andata scaldandosi da metà in poi, sui pezzi più conosciuti e più movimentati, fino ad arrivare ad un finale molto bello, con tanta gente a cantare sotto al palco.
È risaputo che per Paola non c’è alcuna distinzione; lei canta allo stesso modo sia che davanti a se trovi 10 persone, 100 o 1000.
Nella prima parte ho trovato una Paola molto impostata, precisa, attenta, concentrata sul far bene.
Un concerto più rock, dove Paola non prende MAI in mano la sua chitarra acustica NPH, per lasciare spazio alla chitarra elettrica. Ammetto che mi è mancata, alcune canzoni sono abituata a sentirle abbinate da sempre a quella chitarra; altre rendono meglio in questa nuova chiave più rock.
E finalmente la presenza delle tastiere di cui tanto ho sentito la mancanza in questi anni nei suoi live!!!!
Le nuove canzoni sono poco conosciute, quindi non vi è grande riscontro da parte del pubblico, ma io canto come non mai, come se le conoscessi da sempre!
Comunque sia analizzerò le canzoni una ad una.
La scaletta di apre con tre pezzi nuovi, il primo è uno di quelli che forse mi piace meno del nuovo album, cioè La prima volta al mondo, eppure dal vivo riesce ad acquisire un colore diverso e diventa apprezzabilissimo. Il contorno della band impreziosisce il tutto.
Lei ha il potere di rendere particolarmente belle ed affascinanti anche canzoni apparentemente normalissime.
Il secondo pezzo in scaletta è il nuovo singolo “La vita che ho deciso” che a Paola sembra piacere davvero tanto per come lo canta, appare davvero coinvolta e convincente (e l’avevo già notato a Radio Italia)
È un brano con un grandissimo potenziale, nonostante la sua semplicità, che ha un ritornello che spacca e ti arriva dritto e che non riesci a non cantare. Dal vivo risulta ancora più amplificato. Forse lo avrei visto meglio verso la fine del live.
Il concerto procede con Combinazioni che porta la firma di Agliardi, una canzone che adoro, cantata fedelissima all’originale; interpretazione che convince e coinvolge, il pezzo scorre liscio dall’inizio alla fine e mi prende moltissimo.
Si passa poi a un grande classico come Volo così e il pubblico qui inizia a farsi sentire, finalmente; è una di quelle canzoni che ho sentito centinaia e centinaia di volte, ma che non mi stanca mai mai mai.
L’intensità, accompagnata dalla gestualità con cui la canta mi spiazza ogni volta, ed è impossibile non emozionarsi. Veramente una signora Canzone, mettiamoci la C maiuscola che la merita.
È il turno della canzone che meno ascolto dell’album, ma che avevo la certezza che del vivo avrei apprezzato; sto parlando si Sublime.
Qui Paola esprime tutto il suo fascino e si lascia trasportare da queste nuove sonorità; ammetto che dal vivo ci sta proprio bene questo pezzo, ed è perfettamente nelle sue corde. Piacevole non meno di altre canzoni.
Una delle canzoni che meno mi ha coinvolta è stata Tenerti la mano è la mia rivoluzione, anche perché è tra quelle che meno mi prendono dell’album; l’esecuzione è stata senza dubbio buona, su questo non ho nulla da dire, ma il pezzo in sé non mi emoziona e non mi colpisce. Se dovesse toglierlo dalla scaletta non sarebbe una grande assenza.
Ritorno al passato con Stato di calma apparente, canzone che in scaletta non può mancare.. E’ uno dei pezzi in cui più riconosco Paola, è immensamente sua, cucita addosso a sé in maniera perfetta.
Anche qui il pubblico torna a farsi sentire, come è naturale che sia.
È il momento forse più divertente del live, cioè quello in cui Paola introduce la canzone in dialetto Romanesco “Ma dimme te”, facendo dell’ironia sul fatto che essendo nel profondo nord magari non abbiamo compreso a pieno il senso delle parole del pezzo!
A me è piaciuta tanto tanto tanto e come usa la voce in questo pezzo mi fa letteralmente impazzire. Immagino non sia facile cantarla dal vivo nelle note alte. Semplicemente perfetta.
In scaletta ci calza davvero a pennello questo pezzo e da un tocco di freschezza.
Arriva il momento in cui i musicisti si fanno da parte e Paola resta sola sul palco con la sua chitarra.
Ringrazio Dio ahimè, a mio parere ha perso un po’ della sua intensità; l’ultima versione nei live estivi era clamorosamente bella ed era una tra quelle che mi prendeva di più. Così la trovo forse un po’piattina, mi sono sentita meno trasportata ecco; comunque sia ottima esecuzione, parlo unicamente per un mio gusto personale.
Sempre da sola con la chitarra canta Dio come ti amo.. Anche questa leggermente sottotono rispetto alla versione in chitarra acustica, ma sempre terribilmente affascinante. Finale da brividi.
Voto all’interpretazione: 10 e lode, lo merita sempre!
Ritorna la band e il concerto prosegue con due pezzi noti come Saluto l’inverno e Questione di sguardi, belle fresche, viene voglia di saltare, peccato che il pubblico sia così statico.
Saluto l’inverno dal vivo riesce sempre bene bene bene, anche se forse l’esecuzione non è stata perfetta, ho avvertito qualche leggera sbavatura ed imperfezione, ma resta sempre un pezzo di forte impatto.
In Questione si sguardi Paola ha coinvolto il pubblico per la prima volta incitandolo a cantare la parte finale. Un altro classico immancabile in scaletta, sempre piacevole cantarla nonostante non sia un capolavoro.
Il pezzo successivo invece si che è un gioiellino… È Piccola canzone d’amore , un pezzo lento, soffice, delicato, intimo, coinvolgente, da cui lasciarsi cullare.
Paola la descrive come la sua prima canzone d’amore, anche se piccola e la canta con una rara intensità. Canzoni come questa sono quelle che mancano tra le nuove, a mio avviso.
È ora il turno della mia preferita del nuovo album: Ci siamo fatti tanti sogni; Paola avanza all’estremità del palco e regala una perfetta esecuzione di una canzone per me immensa, ma voglio essere obiettiva nel dire che dal vivo non mi ha dato nulla di più di quanto mi da quando la ascolto dal disco. Non è una critica, perché mi è comunque piaciuta moltissimo, ma forse è stato un (bellissimo) copia-incolla, spero di risentirla in futuro con qualche piccola variazione che nel live è a volte necessaria per impreziosire e valorizzare un pezzo.
Comunque sia l’ho cantata come non mai, probabilmente sarò stata l’unica a sapere tutte le parole dalla prima all’ultima, è stato come un regalo solo per me, e poi averla lì a due passi da me è stato magnifico.
Stanno per arrivare i pezzi che “spettinano”!
Missing you/Mi manchi tu in questa versione in doppia lingua, porta una ventata di freschezza e voglia di saltare.
Nuovo arrangiamento TOP, già assaporato nell’altro live, incalzante. Gran bella versione, dal vivo spacca veramente. Ottima interpretazione. I pezzi vecchi hanno tutto un altro colore, soprattutto dal vivo.
Ma il vero pezzo da far drizzare i capelli è Mani giunte. In una parola? T r a v o l g e n t e. Versione rockeggiante, pazzesca, sembra quasi un’altra canzone, irriconoscibile.
Non so come io sia potuta rimanere seduta! Con un pubblico più caloroso per me sarebbe potuto tranquillamente venire giù il teatro con questo pezzo!!
Non si rallenta e si prosegue con un altro pezzo forte che è Io sono, canzone che ho adorato dal primo ascolto e che continua a regalarmi tanto. Anche qui non c’è più la chitarra acustica, ma elettrica e la canzone viene presentata in una veste un po’ diversa, ma non stravolta. Sempre bella, incalzante, forte.
Non è il momento di rallentare, quindi spazio ad un altro pezzo storico che tutti conoscono, mi riferisco a Sai che è un attimo, anche qui Paola regala una versione scanzonata e lascia spazio al pubblico che non può non cantarla.
Sempre una presenza fondamentale in scaletta, come Questione di sguardi, alla fine queste due sono sempre le più cantate, le vere hit della Turci.
Paola abbandona momentaneamente il palco e rientra per il BIS.
Un bis con i fiocchi dato che trovano spazio pezzi come Fatti bella per te, la cover Un’emozione da poco e la storica Bambini.
Fatti bella per te è quella che in questa serata mi ha coinvolto più di tutte. Dal vivo è mille volte meglio, veramente. Ha un valore assurdo questa canzone e ogni volta che la sento, mi convinco che nessuno possa interpretarla come fa lei.
Qualche piccola variazione rispetto all’originale, che l’ha senza dubbio valorizzata.
Un’emozione da poco sta iniziando a piacermi più dell’originale, vuoi l’arrangiamento, vuoi la voce di Paola, vuoi l’interpretazione eccellente.. Non so trovarle un difetto!
Su Bambini c’è poco da dire perché questa canzone ha già detto tutto e il modo in cui la canta Paola pure. E l’impatto con il pubblico è sempre estremamente forte.
C’è spazio per un secondo BIS, e finalmente la gente si decide ad alzarsi e ad andare sotto al palco a chiamare Paola con grande calore.
E’ il momento di due pezzi lenti ed emozionanti come Attraversami il cuore e Ti amerò lo stesso, quest’ultima cantata come sempre a cappella.
Due canzoni di grande valore ed ispirazione a cui Paola non rinuncia mai. E’ diventato tutto più intimo e raccolto essendo tutti vicini sotto al palco, questa deve essere la vera atmosfera di un concerto.
Con Ti amerò lo stesso sembrava essere finito il live, ma Paola concede un ulteriore encore e improvvisa una meravigliosa ed incantevole versione di Hallelujah accompagnata dal musicista Fernando Pantini.
Brividi ed emozione. Non si poteva concludere meglio di così questo live.
Un live bene impostato, una band notevole, una vera professionista sul palco che riesce a rendere magica ed unica ogni cosa che fa, senza mai esagerare, sempre con l’eleganza che la contraddistingue.. Come persona e come artista.

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