Capitolo 2: caro Francesco Gabbani, Occidentali’s Karma non si può neanche nominare

Sarebbe bello, nel parlare di Texas, poterlo raccontare seguendo ‘un criterio’, una logica. Impossibile. Sono troppe le cose da dire, da condividere. Alcune risalgono a ieri, altre a quando aveva 2 anni. Ma sono certa che giovedì prossimo non andrò via da casa sua senza prima aver imparato qualcosa di nuovo.

Per iniziare questo quasi tragicomico viaggio, però, non potevo che scegliere Occidentali’s Karma. Solo chi conosce Texas sa (altro che Alessandra Celentano e il mondo della danza).

Qui si parla di paura, odio, terrore.

Si parla di qualcosa che, caro Francesco Gabbani, proprio non dovevi farci.

Il rapporto con Occidentali’s Karma, peraltro canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2017 (durante il quale Texas, per evidenti motivi, non ha espresso preferenze altrimenti cara scimmia nuda non ti saresti nemmeno avvicinata al podio), non è sempre stato conflittuale.

Cantare al karaoke la canzone innominabile era un conviviale momento di scambio. Gridare insieme Namastè, Alè era pura gioia. Poi, improvvisamente, tutto cambiò.

Al suono della prima nota della canzone, che sia in radio o su Youtube, che sia cantata a cappella da me o al karaoke senza video, Texas impazzisce.

Il sorriso sparisce, le mani vanno a chiudere le orecchie.

I primi tempi c’era un pianto disperato, seguito dalla richiesta Puoi mettere ‘mi fa volare’?. Già. Occidentali’s karma era tollerata solo in crisi e solo se seguita dalla canzone di Rovazzi (che rappresentava un pò la cioccolata dopo una medicina molto molto amara).

Poi, invece, c’è stato un periodo in cui la simpatica scimmia nuda veniva richiesta… per andare in crisi. Come quando si sceglie di continuare una storia pur sapendo che non ci sarà altro che dolore. Quasi per sfogarsi, quasi per ‘autoregolarsi’. Sono troppo felice e non riesco a gestire questa cosa? Ok. Mi metto Occidentali’s Karma, così la tristezza mi pervade e tutto rientra nei binari.

E adesso?

Adesso è un no su tutta la linea. Non c’è tempo per continuare a soffrire. Non c’è nemmeno la voglia. ‘Texas, sentiamo Occidentali’s Karma?’, provo io, ogni tanto, per vedere se hanno fatto la pace. Ed ecco che Texas, sfidando anche la diagnosi, mi guarda negli occhi e dice: ‘No, non lo voglio!’, sforzandosi addirittura di coniugare bene soggetto e verbo, proprio a dimostrarmi che non c’è trippa per gatti, Occidentali’s Karma te la senti te quando stai a casa tua. Da sola.

Il motivo per cui tutto questo accade? Non lo so spiegare e, purtroppo, nemmeno Texas. Che sia il gorilla (un giorno lo abbiamo visto finto al Circo e ne ha avuta molta paura) o qualcosa della musica a darci fastidio non si sa. Sicuramente non è la voce del cantante toscano, perché altre sue canzoni riesce a tollerarle. Un pò.

Riusciremo a risentire questo brano?
Non si sa. Nel dubbio, ogni volta che parte adesso, cambio anche io.
Senza offesa.

+++ AGGIORNAMENTO AL 29/11/2021 +++
B: Texas, perchè non ti piace Occidentali’s Karma?
T: mi fa fastidio.
B: perchè ti fa fastidio Occidentali’s Karma?
T: si balla.

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