Non recensivo un concerto di Masini da tanto tempo.
Lo faccio in occasione della mia prima data del tour nei teatri per questa stagione 2021/2022.
Cornice meravigliosa e particolarmente intima del teatro Regio di Parma, che ha registrato quasi tutto esaurito (a parte pochissimi posti liberi qua e là)
Pubblico un po’ silenzioso solo nella prima parte, ma decisamente caloroso dalla seconda metà in poi, anche in maniera inaspettata, chiaramente sui brani più conosciuti quando lo spettacolo “si apre”.
Pochissimi i fans storici presenti a questa data e pubblico principalmente adulto, si è visto però anche qualche bambino. Tutti molto composti e rispettosi nei confronti dello spettacolo e dell’artista, vista anche la situazione attuale; oltre a dover indossare le mascherine, purtroppo non ci si poteva alzare, nemmeno sul finale.
Concerto non troppo diverso -come struttura- dall’evento all’Arena di Verona (duetti a parte ovviamente) anche se con delle piccole differenze e soprattutto con qualche chicca in più, che se vogliamo essere sinceri, sarebbe stata più indicata per il concerto di Verona. Ma non lamentiamoci, perché sentire certe canzoni è una rarità, quindi apprezziamo e portiamoci a casa l’emozione!
C’è stato qualche piccolo problemino di acustica in quanto nella primissima parte la voce quasi sovrastava gli strumenti musicali, sembrava di sentire brani cantati quasi a cappella.
In altri momenti del live invece gli strumenti coprivano la voce di Masini, in particolare sulla cover Signor Tenente dove si faceva proprio fatica a capire le parole.
Il concerto si apre con una canzone che personalmente non avevo mai sentito live; sto parlando di Generation, che pur non essendo un brano che mi emoziona particolarmente, ha un grande significato nel percorso artistico e personale di Masini, perché segna il suo ritorno sulle scene musicali nel 2003, dopo l’annuncio del ritiro due anni prima. Sentirla dal vivo è una evento raro e mi ha riportato all’atmosfera di quegli anni. Bella anche l’idea di metterla come canzone di apertura del live, particolarmente adatta e significativa.
‘Diecimila giorni fa spaccavamo la città’ sono state le parole di inizio di questo concerto. Una frase semplice che però ha dietro un significato immenso che solo chi segue Masini da tanti anni può sapere.
Canzone cantata in maniera impeccabile, anche se musicalmente forse poco coinvolgente, salvo il finale ben strutturato.
Le canzoni cantate al piano sono senza dubbio (da sempre) quelle emotivamente più coinvolgenti e quelle in cui lui dà il meglio di sé.
Emozione allo stato puro ad esempio per Ci vorrebbe il mare e Caro babbo, cantate fra l’altro consecutivamente. Sono sempre i pezzi su cui rende di più a mio parere e che toccano le corde dell’anima.
A livello personale l’esibizione più emozionante è stata senza ombra di dubbio Un piccolo Chopin, forse perché fra tutte queste proposte dal vivo è quella che amo maggiormente e che non canta mai; e inoltre non sapevo fosse presente in scaletta, quindi è stata una vera sorpresa e una botta emotiva non indifferente, emozione forte e autentica. Una canzone che fa veramente vibrare.
Seconda Perché lo fai, interpretata al piano con grande intensità, concentrazione e trasporto.
Il confronto rende decisamente di più in questa versione fatta senza il piano, performance di livello nettamente superiore a quelle già sentite.
Interessanti i nuovi arrangiamenti di brani più leggeri come Le ragazze serie e Ti vorrei, davvero ben riusciti.
Altre due interpretazioni degne di nota da segnalare sono state Lasciaminonmilasciare (con l’inevitabile ricordo rivolto a Giancarlo Bigazzi, definito da lui come un secondo padre) che non proponeva da qualche anno e che cantata live in questo modo rende tantissimo, e poi Signor Tenente che già aveva colpito nel tour di Cronologia per l’intensità dell’interpretazione.
Il medley acustico è la parte inserita ad hoc per i fans , visto che si tratta (a parte Principessa) di brani poco conosciuti ai più e che hanno fatto sognare negli anni ’90 e ’00 un’intera generazione. Oltre a questo, valorizza singolarmente i musicisti che eseguono sul palco un pezzo ciascuno.
Sarebbe indubbiamente bello poterle sentire nella loro versione originale e per intero, ma è comunque un regalo bellissimo poterle riassaporare anche in questa nuova veste.
Finale degno di nota con Dieci anni, dove ha messo in pratica concretamente quel “Io canterò di città in città, cercando sempre i tuoi occhi…”; si , perché cantava proprio guardando negli occhi le persone che aveva davanti.
Un concetto che potrei sottolineare in tutte le recensioni dei suoi concerti è la perfezione con cui canta, la precisione assoluta, mai una sbavatura, mai una stonatura, mai un’imprecisione. Voce perfetta dal primo all’ultimo pezzo.
Ultimo pensiero, ma non per importanza: vivere un concerto con le persone che condividono la tua stessa passione e che sono cresciute con questa musica che ha fatto da colonna sonora a tantissimi momenti di vita, è certamente il valore aggiunto che fa la differenza.

Di seguito la scaletta completa del live:
Generation
Spostato di un secondo
Che giorno è
Il confronto
Io ti volevo
Disperato
Perché lo fai
Cenerentola innamorata
Signor tenente
L’uomo volante
Le ragazze serie
Ti vorrei
Fuori di qui
Il niente
Malinconoia
Ci vorrebbe il mare
Caro babbo
Lasciaminonmilasciare
Medley acustico: A cosa pensi, E ti amo, Principessa, La libertà, Raccontami di te
Un piccolo Chopin
T’innamorerai
Bella stronza
Vaffanculo
Dieci anni
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