Michele Bravi: recensione concerto Milano 19 dicembre 2021

Foto di Francesco Prandoni

Ho scelto di partecipare ad una data di questo tour, perché sapevo che proprio in questo tour lui avrebbe trasmesso qualcosa in grado di colpire, stupire, emozionare.

E così è stato. Sono rimasta letteralmente folgorata dall’intensità di questo ragazzo, è uscita tutta la sua purezza, amalgamata con la fragilità, e tutto ciò ha creato un’atmosfera surreale. Davvero toccante.

Imparagonabile al concerto precedente che avevo visto nel 2016, un altro pianeta e soprattutto un’altra persona. Il dolore ti segna e ti cambia e la musica può essere uno strumento per attraversarlo questo dolore, anche quando sembra ti voglia soffocare, una sorta di ancora a cui aggrapparsi. Questo concerto è stato come fare un autentico viaggio attraverso il dolore.

Lo spettacolo si presenta come qualcosa di particolare solo per il fatto di essere diviso in due parti: la prima caratterizzata da un vero e proprio viaggio nel buio, da musica (solo canzoni dell’ultimo album) alternata ad un vero e proprio racconto (la voce narrante è quella di un bambino, alternata a monologhi del cantante), mentre la seconda parte è scandita da canzoni più spensierate, quasi a rappresentare l’allontanarsi del dolore (o magari semplicemente l’aver imparato ad accettarlo con un timido sorriso)

La location è il prezioso Teatro degli Arcimboldi a Milano, che ha registrato il sold-out dopo il cambio di location (il concerto inizialmente era previsto al Fabrique, ma sono estremamente convinta che uno spettacolo del genere, per come è strutturato, si presti decisamente meglio in un teatro).

Questo tour era stato rimandato più volte, un tour studiato e curato in ogni dettaglio. Chissà, mi piace pensare che fosse adesso il momento giusto, l’ora esatta in cui lui potesse davvero essere pronto ad incontrare nuovamente le persone e mostrarsi trasparente, senza filtri, senza paure.

Pubblico attento e rispettoso, soprattutto nella prima parte. Pochissime urla di ragazzine e la sensazione di voler ascoltare ogni parola, di comprendere a fondo ogni sfumatura, con delicatezza. Questa atmosfera è stata magia.

È uno spettacolo che racconta qualcosa di importante, è come se lui mettesse a nudo la sua anima. È  qualcosa che forse dovrebbe accadere sempre con la musica, ma sappiamo che non è sempre così.

Lui ci è riuscito, con le parole, con la voce, con i gesti, con gli sguardi. Lui racconta e descrive in tutti i modi possibili ogni singola parola che sta cantando, cattura l’attenzione fino a non farti distogliere mai lo sguardo, nemmeno per un attimo.

Il racconto che delinea tutta la prima parte è stato scritto dallo scrittore italiano, Andrea Bajani.

Michele recita con grande intensità dei monologhi tra una canzone e l’altra; oltre a lui c’è la voce di un bambino a narrare una storia di dolore che però vista dagli occhi di un cambino diventa come una favola.

Ciò prosegue per tutta la durata della prima parte del live e ci spiega come il dolore sia parte della vita, come bisogna imparare ad affrontarlo, a gestirlo, a sopportarlo, anche quando non lo comprendiamo, anche quando sembra ci voglia divorare. Ed è così che si traccia questa “Geografia del buio” che da il titolo all’album di Michele.

All’inizio della seconda parte, quando Michele inizia a parlare direttamente con il pubblico, spiega proprio che questo spettacolo è un intenso percorso umano oltre che musicale, il cui obiettivo era quello di mettere in musica la voce che gli ha suggerito che si può passare attraverso il buio ed imparare a convivere con esso.

Spiega inoltre che il suo intento era quello di far rimanere al suo pubblico questa esperienza del dolore, senza pretendere che debba necessariamente dare luce, ma che può essere anche solo una bussola per orientarsi.

Non sono mancati momenti divertenti (teatrino sulla geografia con i musicisti e con la collega e amica Federica Abbate), oltre ai discorsi importanti (sul DDL ZAN e il rispetto per ogni forma di diversità)

Sono felice che grazie alla musica questo ragazzo abbia avuto la possibilità di dare una voce al suo dolore. È un dono ed è importante, soprattutto non scontato.

SCALETTA DEL CONCERTO:

La promessa dell’alba

Mantieni il bacio

Maneggiami con cura

Un secondo prima

La vita breve dei coriandoli

Storia del mio corpo

Tutte le poesie sono d’amore

Senza fiato

Quando un desiderio cade

A sette passi di distanza

Tanto per cominciare

Diamanti

La vita e la felicità

Cronaca di un tempo incerto

Falene

Il diario degli errori

Ricordami

Testo teatrale: Andrea Bajani
Piano: Andrea Manzoni
Basso: Giovanni De Sanctis
Chitarre: Daniele Giuili
Direttore musicale: Helio Di Nardo

Regia: Roberto Chierici

Art Director: Mary Parpinel

Foto di Francesco Prandoni
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