Giudizi Sanremesi dopo qualche settimana e tanti ascolti.

ACHILLE LAURO CON HARLEM GOSPEL CHOIR – DOMENICA

Confermo la mia primissima impressione: troppo simile alle altre canzoni portate al festival (un mix di entrambe), ma meno di impatto; inciso che è indubbiamente rimasto in testa fin dal primo ascolto, ma poco altro da segnalare.

Avrebbe potuto osare e portare una ballad (che ha dimostrato di saper fare discretamente), invece questo ripetersi per il terzo anno non convince per niente e lo penalizza anche in termini di classifica. Conta ancora molto l’immagine nella sua performance.

Non mi è dispiaciuto l’abbinamento con il coro gospel.

Tralascerei le polemiche dal punto di vista religioso, dico solo che bisogna metterle in conto.

Scarsi risultati comunque, non bisogna mai adagiarsi sulle cose che funzionano, perché alla lunga stancano anche gli affezionati.

Dopo due festival per lui ottimi e uno eccellente come super-ospite, avrebbe dovuto fermarsi un po’, oppure portare qualcosa di completamente diverso.

YUMAN – ORA E QUI

Giudizio che è andato migliorando giorno dopo giorno, rispetto all’esibizione della prima serata, netti miglioramenti.

Le strofe risultano basse e cupe, l’inciso un po’ meglio. Si intravede qualche sfumatura soul. Un timbro sicuramente impegnativo e non leggero da ascoltare, ma indubbiamente bravo (e lo ha dimostrato anche nella cover)

Scarsa presenza scenica e struttura strana del brano. Ancora acerbo per essere nei big.

Riconfermo un leggera somiglianza con Mahmood a tratti e anche con Sergio Sylvestre.

Se chiudiamo gli occhi, possiamo immaginare questo brano cantato da Alex Britti.

NOEMI – TI AMO NON LO SO DIRE

Dopo una prima esibizione pessima a dir poco, Noemi si è trasformata nella migliore performer del festival.

Come avevo intuito, la canzone si è rivelata essere migliore di quello che sembrava (si sente a tratti l’impronta di Mahmood, anche se non in tutto il brano), ma l’aveva cantata troppo male la prima sera per permettere di capirlo.

Non la migliore canzone di Noemi, certamente e nemmeno la migliore portata al Festival, ma si lascia ascoltare volentieri e lei canta bene qualunque cosa quando vuole. Testo mediocre, ma canzone nel complesso accettabile e orecchiabile.

Probabilmente uno dei brani più difficili da cantare per metrica e velocità, credo in pochi avrebbero potuto cantarla allo stesso modo (forse Arisa?)

Giudizio assolutamente rivalutato in positivo.

GIANNI MORANDI – APRI TUTTE LE PORTE

Confermo che il testo è banale, la canzone in sé è mediocre e non ci si scappa, ma lui riesce a completare il brano con il suo modo di cantare, con il suo entusiasmo, la sua grinta e la sua gioia. Il fatto che la canti proprio lui fa la differenza. Cantata da un altro forse sarebbe risultata ridicola.

La tipologia di canzone era prevedibile essendo un brano di Jovanotti e vista la collaborazione precedente. Lui fa la differenza quindi e nel complesso risulta un pezzo carino.

Apprezzabile il bridge e il suo modo di cantarlo, regalando un pizzico di intensità ad un pezzo scanzonato.

Canzone che tutti cantiamo fin dalla prima serata.

È un personaggio amato da tutti, questo gli ha permesso di arrivare dove è arrivato, non per la qualità della canzone.

Indubbiamente non una canzone da podio, ma un Morandi da podio.

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – CIAO CIAO

Originali, mai banali, ottima presenza scenica, ottimi performer, grande personalità. Indubbiamente vincenti per tutte queste caratteristiche.

Mi aspettavo qualcosa di più dal brano, sicuramente inferiore a quello in gara dello scorso anno in termini di qualità, ma nel complesso ottima esibizione, certo, manca la sostanza del brano e non è poco, ma è il brano è stato voluto esattamente così, per catturare l’attenzione su altro e non sulla qualità del pezzo.

Conta più quello che fanno che la canzone in sé.

MICHELE BRAVI – INVERNO DEI FIORI

Rimane forse l’esibizione più toccante, voce rotta fin dalla prima nota della prima serata, interpretazione delicata, emerge sempre la sua grande sensibilità e anche l’eleganza.

La canzone è in linea con le sue, buon livello, struttura standard, testo più che discreto, tra le più apprezzabili del festival, anche se trovo che non abbia nulla di più di altri suoi brani, non supera mai quel limite che ti fa dire “Che gran pezzo”

Ha dimostrato di essere cresciuto, mostrandosi sicuro di sé sul palco, nonostante la sua anima fragile e questo gli fa onore.

È stato apprezzato soprattutto da chi non lo segue e questo mi fa molto piacere per lui che è uno che meriterebbe di essere ascoltato.

Sono anni che dico che questo ragazzo canta con la voce dell’anima.. Tempo al tempo e le cose emergono, peccato che le cose si vedano solo quando uno partecipa a Sanremo (è la storia di tutti….)

MASSIMO RANIERI – LETTERA DI LA’ DAL MARE

Canzone di altri tempi, per me meritava assolutamente il podio al posto di Morandi, senza ombra di dubbio, una spanna sopra tutte le altre, canzone raffinata e di alto livello, anche se classica, di difficile interpretazione.

Al Festival ci vogliono le tipiche canzoni Sanremesi come questa.

Emozionante nel testo, nella musica e nell’interpretazione, importante la tematica. Brano proprio di valore.

Esecuzione oggettivamente non perfetta nelle note alte durante la prima serata, ma mi aveva emozionato fin da subito nonostante le imperfezioni, che sono pian piano diminuite durante le esibizioni successive.

MAHMOOD & BLANCO – BRIVIDI

Mi aspettavo molto da questo duetto e il risultato è stato più che soddisfacente.

Stanno benissimo insieme, nonostante appartengano a mondi diversi, perfettamente amalgamati, sia nelle voci che come presenza sul palco.

Interessante Blanco nella versione pop, scopriamo adesso la sua vera voce!

Sicuramente la canzone colpisce e a tratti sa anche emozionare, cosa che è accaduta fin dalla prima esibizione.

Confermo che il troppo falsetto, alla lunga può disturbare, ma comunque è la caratteristica predominante della canzone, ciò che la rende unica.

Bravi e belli da vedere. Da podio, ma non da vittoria per me.

Non una canzone che ascolterei ad oltranza, ma un buon pezzo.

ANA MENA – DUECENTOMILA ORE

Brano latin piuttosto insignificante, senza spessore, zero emozione. Voce comunque apprezzabile, così come la musicalità.

Canzone che oserei dire “sprecata” per il Festival, ben vengano i brani più spensierati, ma questo è piuttosto incolore e ne abbiamo già altri.

Questo è un brano per un festival estivo, non per il Festival di Sanremo!

Pochi altri commenti da aggiungere.

RKOMI – INSUPERABILE

Niente di diverso dagli altri rapper passati da Sanremo, anzi forse addirittura qualcosa meno; musicalmente non malaccio, non tanto piacevole l’atteggiamento da egocentrico sul palco per tutte le serate.

Si può dire che è una brutta canzone? Ecco, per me lo è! Non mi viene voglia di ascoltarla fino in fondo.

Non mi piace la voce, non mi piace il testo, non mi piace l’interpretazione, non mi piace lui!

DARGEN D’AMICO – DOVE SI BALLA

Pezzo ‘tamarro’, che ha il potenziale per diventare un tormentone a mio parere, anzi, lo do per certo, può decisamente funzionare. Un tamarro che non da fastidio, anzi, che si ascolta volentieri! Qualche richiamo alla dance anni ’90 che piace sempre!

Lui è uno di quelli poco conosciuti fino al Festival che poi esplodono grazie ad un brano convincente, infatti non si è piazzato male. Buonissima presenza scenica.

GIUSY FERRERI – MIELE

Canzone orecchiabile e interessante, ma senza punti altissimi. Dimostra che non è solo quella dei tormentoni e sa porsi anche con classe.

Musicalmente non male, ma ha portato pezzi migliori al Festival.

Forse poco adatta e lei, cantata da altri avrebbe avuto uno spessore diverso, brano che avrebbe meritato una vocalità diversa. Perfetta ad esempio per Mannarino oppure Neffa.

In generale poco considerata, non ha spiccato, ma poteva essere valorizzata di più, perché dalla versione in studio si capisce meglio che è un buon brano.

SANGIOVANNI – FARFALLE

Stesso mood delle sue altre canzoni, mood che funziona quindi “giustamente” (giustamente nel senso che non c’è alternativa!) viene proposto anche al Festival in occasione della sua prima partecipazione.

L’inciso suona piuttosto bene, e devo ammettere che anche personalmente non mi dispiace, una melodia che risulta piacevole all’ascolto e che si canticchia facilmente.

Certamente non sono questi i brani di spessore, però per essere così giovane e alla prima esperienza al Festival, ha dimostrato di saper stare sul palco con disinvoltura e la canzone continuiamo a cantarla un po’ tutti credo.

GIOVANNI TRUPPI – TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA

Una dei brani più interessanti del Festival a mio parere. W il cantautorato, esiste ancora!

E belli gli artisti veri, spontanei, che non badano all’immagine e si presentano sul palco dell’Ariston come si presenterebbero ad un concerto ad una sagra. In un mondo in cui l’immagine conta troppo, si apprezzano questi personaggi che invece danno poca importanza al look.

Da evidenziare il valore aggiunto della chitarra, non semplice oggi trovare un artista che oltre a cantare, scrive e suona!

Uno di quegli artisti che difficilmente potranno spopolare e che resteranno sempre di nicchia, ma che bello far vedere che ci sono anche loro!

Brano che avrebbe meritato una posizione alta in classifica, ma non adatto all’italiano medio, infatti lo vediamo negli abissi della classifica. Funziona così.

LE VIBRAZIONI – TANTISSIMO

Questa volta non convincono. Struttura senza troppe dinamiche.

Performance difficoltosa, oserei definirla scarsa. Canzone troppo urlata a tratti e nell’inciso cantata a scatti, nulla di equilibrato in questo brano.

Buona invece dal punto di vista musicale, sicuramente superiore ad altre in questo senso.

Nessun paragone con il brano precedente portato al Festival, di tutt’altro spessore; peccato perché sanno fare di meglio, la classifica finale parla chiaro.

EMMA – OGNI VOLTA È COSÌ

Pezzo non troppo immediato, forse anche meno commerciale del solito, ho avuto bisogno di qualche ascolto per inquadrarlo. Nel complesso si lascia ascoltare volentieri.

Peccato che troppe urla nell’inciso stonino sempre (con tanto di riverbero), perché nelle strofe non è niente male, addirittura riesco a definirla delicata in alcuni punti. Conosco suoi brani decisamente peggiori, ma l’interpretazione storpia. Non mi convincono anche altri passaggi del testo a dire il vero.

Così e così, si poteva puntare un pochino più in alto in alto in occasione del Festival a mio parere.

MATTEO ROMANO – VIRALE

Avevo grandi aspettative, perché ha alcuni pezzi davvero di livello ed è certamente un artista promettente.

Purtroppo questo non è all’altezza e non convince, non ha portato il pezzo giusto, anche se rispetto alla prima serata poi non è andato migliorando e in radio il pezzo suona piuttosto bene e si lascia ascoltare.

Lui molto acerbo anche se non ha cantato male, molto concentrato sulla performance più che sull’emozionare forse. Certamente un palco non facile per un esordiente.

IVA ZANICCHI – VOGLIO AMARTI

Pezzo estremamente classico, ma chiaramente non avrebbe potuto portare niente di diverso. Buona performance, gran voce ancora graffiante, cantata con convinzione, buona interpretazione considerando anche l’età dell’artista.

Un punto a favore di tutti quegli artisti che partecipano al Festival per il gusto di partecipare e senza nessuno spirito di sfida.

RETTORE E DITONELLAPIAGA – CHIMICA

Esibizione travolgente che non ti permette di prestare attenzione al testo perché l’energia ti cattura. Tipico stile rettoriano.

Affiatate tra di loro, grintosissime, ritmo incalzante e loro si sono divertite sul palco.

Il brano funziona, anche se la classifica non è stata troppo generosa nei loro confronti.

ELISA – O FORSE SEI TU

La migliore artista che abbiamo in Italia, di un’altra categoria.  Non paragonabile a nessun altro artista in gara. Era super-ospite vero?

Utilizzo perfetto della voce sopraffina, interpretazione dolce, delicata, ma ricca di intensità, il tutto dosato perfettamente, senza la minima sbavatura.

Miglior brano in gara senza ombra di dubbio, per testo, musica, interpretazione, struttura del brano, completezza. Eccellente in tutto, come lei e la sua presenza scenica.

Lei è la mia vincitrice. Lei è quella che veramente avrebbe meritato il primo posto, lei è quella che sarebbe stata perfetta all’Eurofestival.

Una delle poche che meriterebbe di spopolare anche all’estero, per caratteristiche e per bravura.

FABRIZIO MORO – SEI TU

Quando Moro canta canzoni d’amore di questo genere non ho mai grandi aspettative, perde a mio parere gran parte della sua essenza. Non mi ha travolto, nonostante sia lui.

Brano discreto, soprattutto se contestualizzato al festival, con un testo introspettivo ed un’interpretazione assolutamente impeccabile, perfetta, ma manca qualcosa.

Manca però il crescendo, manca la rabbia, manca la grinta, manca la voglia di osare ancora, preferendo la comfort-zone che sa che funziona con il nuovo pubblico, manca in questo brano quel qualcosa che lo renda unico in quello che fa come succedeva un tempo. Questa è una canzone che potrebbe cantare anche un altro al posto suo, ed è soprattutto in questo che ha perso la sua unicità, purtroppo.

Anche il testo non mi convince del tutto, qualche passaggio è banale, non da lui, o meglio da lui in questo genere di brani.

Dispiace che ogni volta che partecipi a Sanremo porti pezzi non all’altezza, ma le esigenze ahimè sono queste.

Non bello per un ribelle come lui contro il sistema costretto a piegarsi a canzonette perché deve accontentare il nuovo pubblico.

TANANAI – SESSO OCCASIONALE

Difficile giudicare canzoni come questa; lui a tratti stonato, però il pezzo è orecchiabile, non si può negare, ma spessore non pervenuto.

Lui decisamente convinto, ma la canzone non lascia spazio a grandi commenti.

IRAMA – OVUNQUE SARAI

L’ho trovato irriconoscibile, sia visivamente che vocalmente.

Ho avuto bisogno di più ascolti perché la canzone è proprio strana, e ancora oggi non mi convince, ma il giudizio è sicuramente migliorato.

Ho trovato qualcosa di affascinante in lui, certamente non un brano prevedibile e lui dimostra ancora una volta la sua versatilità.

Discutibile il modo di cantare, non tanto il brano in sé.

Il testo è buono, con dei passaggi interessanti, l’atmosfera anche. Però a me non ha convinto più di tanto cantando così.

Sicuramente lui è un artista versatile, propone canzoni completamente diverse l’una dall’altra. Uno dei più apprezzati di questo festival.

AKA7EVEN – PERFETTA COSÌ

Canzone che parte con un ritmo incalzante fin dalla prima nota e prosegue così fino alla fine.

Sicuramente difficile da cantare, infatti è cantata quasi al limite a livello di ritmo, ma anche di vocalità.

Non mi pare un brano all’altezza del Festival, qualità davvero scarsina, ma qualche punticino in più della altre di basso livello.

Alla fine si lascia cantare, non lo posso negare e dopo qualche settimana si lascia ascoltare anche quasi volentieri.

HIGHSNOB E HU – ABBI CURA DI TE

Bellissima sorpresa questo duetto e bellissima atmosfera sul palco.

Ottimo pezzo, una spanna sopra tanti altri, bella alchimia tra i due, non valorizzata come avrebbe meritato, avrebbe meritato ben altra posizione in classifica.

Interessante la vocalità scura di lui in contrapposizione con la voce di lei.

Lei che già apprezzavo quando apriva i concerti della Michielin e quando suonava con Emma. Oltre che cantante è una compositrice, tecnico del suono e polistrumentista (Violoncello, chitarra, piano, basso, sintetizzatore. Giusto sottolinearle le competenze degli artisti).

Bella rivincita per lei dopo l’esclusione dalla categoria nuove proposte nel 2021.

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3 risposte a "Giudizi Sanremesi dopo qualche settimana e tanti ascolti."

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