Si sa, i grandi appuntamenti live sono, per fortuna, tornati. E martedì sera, all’Olimpico, è andato in scena lo show di Cesare Cremonini, dopo due anni di attesa.
Che Cremonini sia un animale da palcoscenico è innegabile. Se ne sono accorti, o probabilmente già lo sapevano, gli spettatori entusiasti di uno Stadio Olimpico di Roma sold out. Nonostante il caldo, nonostante i due anni di attesa che hanno condotto, poi, allo spettacolo di martedì sera.
L’artista bolognese fa cantare e ballare il suo pubblico incessantemente, nel vero senso della parola, per due ore e mezza: lo spettacolo inizia alle 21.30. Cremonini da subito balla e si scatena sul palco. Corre da un parte all’altra. Salta e volteggia sopra i suoi fan grazie ad una pedana mobile che gli permette di girare, dall’alto, sul prato.
Non si risparmia e l’effetto che ne deriva sugli spalti e sul prato dello Stadio Olimpico è qualcosa di assolutamente memorabile: una folla umana con le mani al cielo, che urla, canta, balla e vive.
La scaletta del concerto ripercorre la carriera di Cremonini. C’è tutto: le origini, quando le canzoni dei Lunapop rendevano il 1999 un anno memorabile, grazie all’album …Squérez? e alle hit in esso contenuto che, ancora oggi, tutti ricordano a memoria (Un giorno migliore, 50 Special e Qualcosa di grande le proposte live). Le canzoni appena uscite, contenute nell’album La ragazza del futuro: Colibrì, Chimica, Delfini, Moonwalk. E non mancano, ovviamente, i grandi successi, quelli che hanno permesso all’artista bolognese di arrivare a riempire stadi in tutta Italia. Si parla di canzoni come Marmellata #25, Logico, La nuova stella di Broadway, Padremadre, Le sei e ventisei, solo per citarne alcune.
Emozionante il duetto virtuale con Lucio Dalla, sulle note di Stella del Mare, che merita senza dubbio una menzione a parte. Così come Nessuno vuole essere Robin: una parte di pubblico indossa la maglia numero 10, che porta il nome proprio del fidato compagno di Batman; tutto lo stadio aiuta il cantautore bolognese ad interpretare una canzone che, a detta di molti, è un vero e proprio capolavoro.
La critica va all’acustica dello Stadio per la serata (non si era verificato lo stesso problema una settimana prima con Mengoni): durante i momenti in cui Cremonini balla, si muove o danza sul palco (quindi circa il 90% dei momenti della serata), la musica sovrasta totalmente la voce dell’artista. Ciò che ne deriva è una difficoltà nel comprendere i testi delle canzoni e anche, talvolta, l’impossibilità di apprezzare totalmente quello che sta avvenendo sul palco.
In conclusione si può e si deve affermare che, almeno una volta nella vita, vedere un live di Cremonini va fatto. Per apprezzare come si tiene un palco, senza che ci siano limiti o freni. Per ascoltare brani che hanno fatto la storia della musica italiana nel loro genere, come quelli del già citato …Squérez?. Ma sebbene sia comprensibile immaginare che si voglia tornare a vivere un concerto del cantante bolognese, rientra onestamente nello stesso ventaglio di comprensibilità il fatto di, dopo averne visto uno, decidere di stare bene così.
Rispondi